Augusto Monti

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Un'immagine senile di Augusto Monti

Augusto Monti (Monastero Bormida, 29 agosto 1881Roma, 11 luglio 1966) è stato uno scrittore e docente italiano.

Strenuo oppositore del fascismo fin dai suoi inizi, fu incarcerato dal regime. Nel secondo dopoguerra divenne un rappresentante di spicco del mondo della letteratura italiana e della pedagogia.

Biografia

Nacque a Monastero Bormida, un piccolo paese delle Langhe e, all'età di tre anni, si trasferì a Torino al seguito del padre Bartolomeo (commesso in un negozio[1] e, prima ancora, gestore di un mulino che però era stato spazzato via da una piena del fiume Bormida[2]). La madre, Luigia Berlingieri, era una maestra genovese che morì quando Monti aveva solo due anni. Dopo gli studi liceali al Liceo classico Cavour, conseguita la laurea in lettere ebbe l'incarico di insegnare prima in Sardegna e poi a Chieri. Fedele agli ideali del Risorgimento, che avevano accompagnato lo sviluppo della società nazionale, alla vigilia della prima guerra mondiale si schierò a fianco degli interventisti di sinistra. Augusto Monti partecipò quindi volontario in trincea, passando tuttavia due anni in Austria da prigioniero[3].

Fino al 1934 fu insegnante di lingua italiana e lingua latina al liceo classico Massimo D'Azeglio di Torino ed ebbe tra i suoi allievi alcuni tra i più noti personaggi della cultura torinese del periodo tra la prima e la seconda guerra mondiale, come Cesare Pavese, Leone Ginzburg e Massimo Mila. Fu anche amico di Piero Gobetti (collaborò alla sua rivista La Rivoluzione liberale) e Antonio Gramsci.

Laico, di ideologia crociana e antifascista fin dal principio (nel 1925 abbandonò la collaborazione con il Corriere della sera per protestare contro la "presa fascista" del quotidiano), nel 1934 venne arrestato e condannato da un tribunale speciale fascista a 5 anni di carcere. Durante il periodo di detenzione ebbe come compagno di cella il politico anticlericale Ernesto Rossi (fondatore del Partito Radicale)[4]. Quando venne scarcerato da Regina Coeli, nel 1939, si stabilì prima a Torino, poi a Cavour ed infine a Chieri nel tentativo di sfuggire al continuo controllo degli agenti dell'OVRA. A Chieri trovò riparo nella casa dell'ex domestica della figlia Luisa, presso il colle di San Giorgio; spacciandosi per generale in pensione, riuscì a non destare sospetti tra i vicini di casa e da lì poté anche proseguire il suo impegno di militanza politica[5].

Si interessò di problemi di cultura e di riforma della scuola, argomento che trattò nel saggio pedagogico pubblicato nel 1923 Scuola classica e vita moderna.

Partecipò alla resistenza nel Partito d'Azione e, al successivo scioglimento di tale partito, aderì come indipendente al PCI. Fu tra i più attivi collaboratori del quotidiano L'Unità e delle riviste Rinascita, Belfagor, Il Ponte.

Scrisse pure saggi di politica tra i quali Realtà del Partito d'Azione, pubblicato nel 1945.

Si fece conoscere in campo letterario con l'opera di narrativa intitolata I Sansôssí (trad. "Gli spensierati"), storia del Piemonte liberale che ha come sfondo le Langhe e Torino, pubblicata nel 1929 che farà in seguito parte della trilogia La storia di papà insieme a Quel Quarantotto del 1934 e L'iniqua mercede del 1934 che verrà riedita nel 1949 da Einaudi con il titolo Tradimento e fedeltà e nel 1963, sempre dalla Einaudi, come I Sansôssí.

La sua ultima opera, dal titolo I miei conti con la scuola, risale al 1965.

È sepolto nel piccolo cimitero di Monastero Bormida, sua città natale, dove era solito recarsi ogni estate per le vacanze[6].

Riconoscimenti

Ad Augusto Monti sono stati dedicati:

  • il liceo statale di Asti;
  • il liceo statale (scientifico e linguistico) del comune di Chieri, città dove Monti (continuamente sorvegliato dall'OVRA) si era rifugiato da clandestino nel 1944 e dove aveva anche conosciuto la sua seconda moglie Caterina Bauchiero (di 43 anni più giovane di lui)[7];
  • un Istituto Tecnico Commerciale Statale originariamente in Roma e trasferitosi a fine degli anni 90 in Pomezia (RM)
  • un sentiero escursionistico in Val Sangone, la prima valle alpina (a soli 35 km) di Torino[8].

Opere

  • Scuola classica e vita moderna, Pittavino, Torino 1923
  • I Sansôssí, Ceschina, Milano, 1929
  • Quel Quarantotto, Ceschina, Milano, 1934
  • L'iniqua mercede, Ceschina, Milano 1935
  • Tradimento e fedeltà, Einaudi, Torino 1949, nuova edizione del trittico La storia di papà (I. I Sansôssí, Quel Quarantotto, L'iniqua mercede)
  • I Sansôssí, Einaudi, Torino 1963
  • Vietato pentirsi, Einaudi, Torino, 1956
  • I miei conti con la scuola, Einaudi, Torino, 1965

Note

  1. ^ Umberto Levra et altri Storia di Torino, G.Einaudi 2001, pag.1048
  2. ^ quotidiano la Stampa del 14/05/2006, pag.37
  3. ^ quotidiano l'Unità del 13/07/1966, pag.3
  4. ^ quotidiano l'Unità del 13/07/1966, pag.3
  5. ^ mensile locale (zona del chierese) Centotorri del marzo 2009, pag.17
  6. ^ quotidiano la Stampa del 14/05/2006, pag.37
  7. ^ mensile locale (zona del chierese) Centotorri del marzo 2009, pag.17
  8. ^ notiziario mensile del Club Alpino Italiano Lo Scarpone del giugno 2007, pag.34

Voci correlate

Collegamenti esterni