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Cena di fine anno

 

L’incontro del 29 /6 al “Bric” è stato particolarmente felice: numerosa la partecipazione (eravamo oltre 60), bellissima la serata, fresca e luminosa nel verde della collina, accogliente il luogo. Ma, come ha sottolineato il nostro Presidente, abbiamo soprattutto avuto la gioia di ritrovarci dopo la lunga e pesante sosta imposta dal Covid. Abbiamo tutti apprezzato, comunque, come il Presidente abbia sempre mantenuto vivo il legame della nostra Associazione, con varie, originali iniziative, come quella della festa domestica con motto latino, documentata e premiata con l’offerta di otto cene, di cui 5 dall’Associazione e 3 dal Presidente stesso.


I nomi dei fortunati - vincitori di una cena da 45,00 € - sono stati estratti e sono: Ettore Platter, Fernanda Paciello, Marco Tuberga, Piero Giannini, Fiore Giulia, Martelli Silvana, Teresa Tordo, Alessandro Cordella. Il Presidente ha poi dato notizia del rimborso delle spese del viaggio in Polonia non effettuato ed ha lanciato le proposte per le prossime, interessanti mete.


Ha quindi preso la parola il nostro giovane, brillante compagno Cordella, che ha parlato delle Olimpiadi nell’antichità. Dando al discorso un taglio originale, ha individuato soprattutto i valori cui si ispiravano i Giochi antichi. Ha sottolineato come essi siano nati dal desiderio di gareggiare in seno alle comunità aristocratiche: di tali gare abbiamo notizie fin dall’Iliade – nel XXIII libro troviamo i giochi funebri in onore di Ettore – e nell’Odissea, con i giochi in onore di Ulisse.


Tali gare miravano ad esaltare la gloria di famiglie che facevano risalire la loro origine addirittura a semidei come Achille od Ulisse. I valori consistevano nella forza, nell’eroismo in guerra, nel senso sacro dell’ospitalità ed acquisivano anche un significato profondamente religioso. Si svolgevano infatti presso i santuari dedicati agli Dei: Ad Olimpia, presso il tempio di Zeus, a Corinto, a Delfi, a Nemea.


Il cantore per eccellenza delle Olimpiadi è Pindaro, che, nel VII sec, scrisse quattro splendidi libri di Odi.
Sua è la sentenza che afferma che tutto ciò che è bellezza è patrimonio comune, appartiene alla comunità. Poiché il motto delle Olimpiadi era “vincere”, non “partecipare”, con l’andar del tempo si sono verificati anche casi di corruzione (di cui ci è giunta testimonianza): sappiamo di un pugile pagato per perdere…


Dopo la brillante relazione di Cordella, c’è stato il momento solenne del saluto al nostro illustre socio Livio Berruti, indimenticabile medaglia d’oro alle Olimpiadi di Torino del 1960. A lui il Presidente ha consegnato una medaglia con l’incisione di un atleta in corsa.


Infine, il ritorno con il pullman offerto dall‘Associazione, con l’arrivo in P.zza Vittorio intorno alle 23,45.


Adriana Raccone

 

 

 

 

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