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8 marzo, festa della donna

 

Giovedì 8 marzo, la festa della donna è stata degnamente festeggiata con una grande presenza femminile e con la graditissima partecipazione delle nuove leve, studentesse universitarie, maturate da pochi anni, naturalmente al liceo Cavour.
Il tavolo presidenziale, di cui, molto onorata, ho fatto parte, era anch'esso tutto al femminile, tranne l'oratore, il prof. Massimo Manca, docente di lettere antiche presso la nostra Università e Alessandro Cordella, che si è laureato proprio avendo, come relatore della tesi, il suddetto professore.
Malgrado noi abbiamo avuto come professore il famoso dantista, prof. Giovanni Reggio, mi sono trovata un po' ad invidiare gli allievi del prof. Manca, brillantissimo affabulatore nonchè istrionico attore, quando ci ha recitato a memoria(!!!) il quinto canto, galeotto, dell'Inferno dantesco.
L'argomento verteva su donne celestiali (Beatrice di Dante, Laura di Petrarca, Fiammetta di Boccaccio), celestiali proprio perchè irraggiungibili, e su donne dannate, quelle in cui sulla ragione ha prevalso il "talento" cioè l'istinto. Chi, se non Francesca da Rimini?
Le donne irraggiungibili hanno il loro culmine e la loro fama con la morte. Infatti muoiono tutte giovani. Sembra cioè che una cosa apparentemente negativa come la morte in giovane età sia invece positiva, dando alla persona una fama eterna. Vedi Marylin Monroe o Freddie Mercury, di cui qualcuno disse "Il miglior evento di marketing di Freddie Mercury è stata la sua morte prematura". Tutto ciò è stato citato dal nostro oratore che ci ha divertiti paragonando le emozioni e le reazioni fisiche descritte da Dante ne "La vita nova" riferendosi ai momenti in cui osserva Beatrice, e le reazioni di Fantozzi (lingua spessa senza salivazione, mani sudate come spugne)
Naturalmente, anche in seguito a domande, alcune pertinenti, altre meno, ci sono state delle digressioni. Abbiamo così saputo che, dei compagni di classe del liceo classico (non ho appurato quale...), il prof. Manca è stato l'unico a scegliere Lettere classiche e,
per questo, un po' snobbato. Chi gli diceva: "ma cosa fai tutto il giorno, leggi Virgilio e
te ne bei?", senza capire il vero lavoro, che, come spesso succede, coincide con la
propria passione, e consiste nel ricercare cosa i vari autori volessero davvero far capire
ai lettori, cosa c'era dietro un'opera... per poi confessarci che, davvero, Virgilio, ed altri
autori, sono la sua passione. E di gente che abbia una passione, per di più questa, che
anche noi condividiamo, c'è davvero bisogno
Fernanda Paciello

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