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Relazione della serata del 19 gennaio 2015

 

Un incontro interessante, quello di lunedì 19 gennaio al Caffe Platti. Abbiamo inaugurato il nuovo anno con una cena che ha visto la presenza di oltre quaranta persone, tra soci e affezionati. Ospite della serata è stata la professoressa Elisabetta Berardi, ex cavourrina, già docente del nostro Liceo e ora da diversi anni ricercatore nel settore Lingua e Letteratura greca presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Torino. Il tema della sua relazione e la sua esposizione hanno riscosso un successo notevole, oserei dire. La professoressa ha proposto alla nostra attenzione una tematica particolarmente interessante: la conferenza nella Grecia di età imperiale. Un tema ricco di spunti per noi che abbiamo avuto modo di ritornare con la mente a Plutarco, Luciano ed Elio Aristide, facendo così memoria del nostro bel percorso di liceali classici. La professoressa ha proposto una serie di situazioni curiose che hanno messo in luce le dinamiche tipiche dei conferenzieri e degli uditori del passato, dinamiche che, mutatis mutandis, sono le stesse ancora oggi a distanza di oltre duemila anni. Nel manuale De audiendo di Plutarco, questi ci presenta le situazioni tipiche di una conferenza, l’atteggiamento che il conferenziere deve assumere nei confronti del suo pubblico ma anche l’atteggiamento che il pubblico è tenuto ad assumere per garantire la buona riuscita della conferenza. Il relatore deve saper tenere vivo il suo uditorio che, se non sufficientemente stimolato, rischia di cadere vittima del perfido dio Ipno (il Sonno). Al contempo l’uditore è tenuto ad assumere un atteggiamento consono alla situazione. Un minimo movimento o anche solo un commento innocuo con il vicino possono essere letali per il buon esito della conferenza. La professoressa ha chiuso il suo intervento raccontando un simpatico aneddoto che ha suscitato una genuina risata da parte del pubblico: un giorno un conferenziere, accortosi che un suo uditore era sul punto di lasciarsi rapire dal terribile Ipno, si alzò di scatto e con un bel ceffone richiamò all’attenzione quell’uomo tanto annoiato! Al termine dell’esposizione il consueto dibattito animato dalla domande dei nostri amici e i ringraziamenti alla professoressa Berardi per aver accettato di tornare nella “famiglia cavourrina” e per averci proposto con particolare entusiasmo una relazione su un tema così attuale per tutti noi.

Alessandro Cordella

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