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Gita Bergamo e Brescia

Sabato 27 maggio alle ore 7.30, in una piazza Vittorio ancora deserta, ci siamo ritrovati, novelli liceali, per partire alla volta di Brescia. Chiacchierando con allegria, durante il viaggio è stato presentato dal presidente Marzano, sempre attento e scrupoloso, il programma della gita, volto a conoscere le bellezze di Brescia e di Bergamo, gemellate nell’anno della “Capitale Italiana della Cultura”.

Appena arrivati a Brescia, senza neppure passare in hotel, il cui servizio si è occupato di consegnare direttamente nelle camere i bagagli, ci siamo recati a Palazzo Martinengo, ove, suddivisi in due gruppi, abbiamo visitato la mostra “LOTTO, ROMANINO, MORETTO, CERUTI. I campioni della pittura tra Brescia e Bergamo”. Grazie alle esaustive spiegazioni della guida, ci siamo immersi in un percorso iconografico-interdisciplinare, nel quale, attraverso un’analisi comparata, tanto artistica, quanto storica, sono state confrontate le opere dei grandi maestri bresciani del Rinascimento come Foppa, Moretto, Romanino e Savoldo e i lavori dei bergamaschi Lotto, Moroni, Palma il Vecchio e Previtali. In tal modo, abbiamo potuto cogliere il comune substrato culturale lombardo, reso vivo e nuovo dalle innovazioni apportate dai pittori veneziani, quali Bellini e Tiziano, le cui novità espressive hanno dato vita ad archetipi pittorici talora similari, talora antitetici.

Dopo alcune ore libere, di svago e di riposo all’Hotel Vittoria, struttura elegante con camere dalla bellissima vista sul centro della città, alle ore 15 ci siamo ritrovati per un giro turistico della cittadina, accompagnati da un’esperta guida. In particolare, in Piazza Paolo VI abbiamo contemplato le bellezze del Duomo Vecchio e del Duomo Nuovo. Il primo, rappresenta un raro esempio di architettura romanica a pianta circolare, nel quale è possibile ammirare resti romani e mosaici paleocristiani, nonché la cappella delle Sante Croci. Quanto al secondo, siamo stati immediatamente colpiti dalla grandiosità barocca, evidente già nella facciata in marmo di Botticino, volta a stupire gli osservatori, che, appena entrati, alzano lo sguardo verso l’imponente cupola, la terza, per altezza, nel nostro paese. Attraverso Via dei Musei, in fila come ai bei tempi del Liceo, ci siamo diretti verso il Parco Archeologico Romano, dove spiccano alla vista sia il Capitolium, tempio dedicato a Giove, Giunone e Minerva, nel quale era collocata la statua della Vittoria alata, sia il Teatro, purtroppo ricostruibile solo parzialmente, poiché le nuove costruzioni impediscono uno scavo completo. Il nostro itinerario è proseguito in Piazza della Loggia, nel quale si trova l’omonimo Palazzo, sede del governo cittadino, nonché un elegante porticato, su cui si erge un vero e proprio gioiellino della meccanica cinquecentesca: la Torre dell’Orologio. Il percorso si è poi concentrato sulle modifiche del piano urbanistico bresciano nel periodo fascista, quando una parte del centro medievale è stato abbattuto per realizzare, su progetto dell’architetto Piacentini, Piazza della Vittoria, dove si può ancora notare lo stile littorio degli edifici, quali il Palazzo delle Poste e l’Arengario, ornato da bassorilievi con la storia della città.

Terminato il tour, dopo alcune ore libere, ci siamo ritrovati alle 20.30 al ristorante “Al frate”, pronti a gustare, in un clima allegro e conviviale, un’ottima cena dall’antipasto al dolce.

Domenica 28 maggio, rifocillati da un’abbondante colazione, alle 10.30 siamo partiti con il pullman alla volta di Bergamo, diretti all’Accademia Carrara per visitare, suddivisi in due gruppi, la mostra “Cecco del Caravaggio. L’allievo modello”. Attraverso uno sguardo trasversale della produzione di Francesco Boneri, meglio conosciuto con il soprannome di Cecco, è stato possibile comprendere l’importanza di tale figura tanto quale modello e amante di Caravaggio, quanto come pittore, erede del suo maestro, ma capace anche di innovare, alla luce degli influssi di Valentin de Boulogne, Bartolomeo Mendozzi e Pedro Núñez. Emerge così la ricerca di Cecco nello studio di abiti, cappelli e drappeggi, con una particolare attenzione alla resa coloristica, specialmente del bianco. Una volta terminata la visita, accompagnati dalla guida, siamo saliti con la funicolare nella Città Alta, accolti dalla bozzettistica Piazza Mercato delle Scarpe, oggi sede di numerose attività commerciali. Dopo la pausa pranzo in libertà, ci siamo ritrovati alle 15 in Piazza Vecchia, nella quale abbiamo ammirato il bel monumento a Torquato Tasso, autore di un sonetto dedicato alla città, dove aveva soggiornato in età giovanile, nonché la Torre Civica, detta il Campanone, che ogni sera alle 22 batte i suoi suggestivi cento rintocchi per ricordare perennemente la chiusura delle porte della città durante il dominio veneziano. Abbiamo poi proseguito verso Piazza del Duomo, per vedere la Cattedrale, il Battistero e soprattutto la Cappella Colleoni, fatta costruire dal celebre capitano di ventura alla morte della figlia Medea. Purtroppo il tour si è concluso celermente, perché all’improvviso è scoppiato un temporale. Ci siamo quindi affrettati verso la funicolare, in modo da tornare nella città bassa, dove ci attendeva il pullman. Così, senza troppi intoppi, siamo rientrati a Torino verso le 20.30, felici di questo bel fine settimana di condivisione.

SONIA

 

 

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Statistiche

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