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DE AMICIS E GLI ITALIANI: UN POPOLO DA COSTRUIRE

MARCELLO FOIS

16 MAGGIO 2019


Ha avuto buon naso, il nostro Presidente, quando, surfando alle ricerca di idee per gli incontri mensili, ha “incontrato” il  professor Marcello Fois al Gabinetto Vieussieux , dove discettava di De Amicis per il ciclo di incontri “Scrittori raccontano scrittori”. E l’ha subito prenotato per noi.

Così  abbiamo avuto la nostra serata doppiamente deamicisiana: prima una raccolta fondi per l’allestimento multimediale della palestrina del Cavour (andata benissimo), poi un incontro letterario molto  stimolante, a partire dall’oratore. Marcello Fois è scrittore, sceneggiatore (per i cultori del genere: “Distretto di polizia”), docente universitario e talentuoso oratore. L’argomento che lo sta impegnando in questi mesi è appunto De Amicis, di cui dice: “Lo adoro. È uno scrittore veramente imponente, un professionista della scrittura. “Cuore” è un grandissimo libro e il fatto che gli sia stato commissionato non lo rende affatto inferiore”.

Abbiamo così appreso che quel libro rientrava nei programmi per i 25 anni dell’Unità d’Italia, allo scopo di “aiutare gli italiani a diventare italiani”. Attraverso il microcosmo della classe De Amicis ha ricostruito il macrocosmo del Paese: Nord/Sud, buoni/cattivi, ricchi/poveri. Con due pilastri per creare i nuovi cittadini: istruzione e tolleranza. È dunque un progetto educativo rivoluzionario perché totalmente laico, e utopista: immagina gli ”italiani brava gente”, sentimentali, generosi e pronti al sacrificio. Invece, conclude Fois, “eravamo e siamo infantili, egoisti, forcaioli, livorosi”.  Solo un piemontese colto e solidale poteva scrivere un libro totalmente a-confessionale e generoso come “Cuore”. Ma il suo pensiero è stato scippato da chi non lo ha capito e lo ha affogato nella retorica dolciastra, depotenziandone la carica rivoluzionaria. Sarà questo il tema del prossimo libro di Fois. Meriterà leggerlo.

 

MARINA


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